mercoledì 20 agosto 2008

LA SACRA PIPA

La leggenda secondo la quale il popolo Sioux Lakota scopre la pipa sacra ha ovviamente un carattere magico. Si racconta, infatti, che il grande spirito Wakan Tanka inviò sulla terra la dea Whope nella quale si imbatterono un giorno due guerrieri mentre erano a caccia di bisonti. Si trattava di una donna bellissima che disse loro: «Io appartengo al popolo del bisonte. Sono stata mandata su questa terra per parlare con il vostro popolo. Voi adesso dovrete compiere una missione molto importante. Dovete andare dal vostro capo e dirgli di costruire una tenda la cui porta deve guardare a est. Sul posto d'onore dovrà cospargere della salvia e dietro la buca per il fuoco dovrà sistemare un teschio di bisonte. All'alba arriverà al villaggio». In quel momento uno dei due giovani colto da un raptus tentò di sedurre la bellissima donna, ma ella lo incenerì. L'altro, invece, tornò al villaggio e raccontò l'accaduto. Tutto fu predisposto secondo quanto era stato richiesto dalla dea Whope che puntuale all'alba fece la sua apparizione al villaggio accolta da una grande folla. Portava un cannello nella mano destra ed un fornello rosso da pipa nella sinistra. Entrò nel tipì e sedutasi al posto d'onore disse che il grande spirito era molto contento dei Sioux, che li considerava fedeli e riverenti e che, pertanto, erano stati prescelti per ricevere la pipa che lei aveva portato per il bene di tutta l'umanità. Questa pipa era il simbolo della pace. Fumarla avrebbe significato compiere un gesto di buona fede e, quindi, sarebbe stata usata sia tra uomini sia tra nazioni. Essa doveva essere utilizzata anche per tutte le preghiere e le benedizioni di ogni giorno. Detto ciò insegnò al capo come usare la pipa e come averne cura. Rimase al villaggio quattro giorni e prima di partire accese la pipa, la offrì al cielo, alla terra, ai quattro venti, ne fumò una boccata e poi la passò al capo. Infine, uscì dalla tenda mentre tutto il villaggio era lì a guardarla, cominciò ad allontanarsi e tutti videro chiaramente la bellissima donna trasformarsi in un vitello bianco di bisonte.


Molte storie sono state raccontate sulla “Sacra Pipa”. I bianchi si riferiscono ad essa come “Pipa della Pace”, ma i discendenti degli Indiani sanno che è un oggetto sacro e che ha un posto particolare nelle culture indiane. La pipa, in forme diverse, è giunta alla maggior parte delle culture di tutto il mondo. Ogni società ha usato la pipa in un modo o in un altro.

Sono consapevole del fatto che per mille ragioni il tabacco ormai sia un simbolo di sofferenza visti i gravi danni che il fumo reca all'organismo! Essendo io appasionato della cultura pellerossa ho voluto condividere con voi questa leggenda Sioux sottolineando il discorso rituale e il significato di pace che la pipa rappresenta per tutti noi! Io personalmente non fumo ma ho in casa mia un calumet che è diventato per me il "ponte" per poter fantasticare in un cerchio di pace con tutti gli uomini della Terra. Rispetto profondamente il significato che il tabacco puro ha per i pellerossa e rimango ogni volta affascinato nello scoprire storie o leggende nuove...del resto, anche se la mia pipa resta spenta il mio pensiero può volare e dal braciere della mia mente raggiungere ogni luogo! Mitakuye Oyasin

Matoskah

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Matoskah, grazie per aver condiviso questa affascinante storia sui nostri fratelli pellerossa, un popolo che ha saputo esprimere molto bene il rispetto per la vita e le sue forme, celebrandola attraverso ogni gesto. Spesso hanno attribuito significati profondi e simbolici a determinati oggetti, e, come nel caso della pipa, essi sono diventati importanti mezzi di espressione o comunicazione legati a precise pratiche rituali. Mi viene in mente: è forse per questo "dare importanza ai gesti", senza banalizzarli o ripeterli senza pensare, che i pellerossa conoscono meno di noi il concetto di vizio ? Comunque, anche la mia pipa resta fisicamente spenta, ma immagino di accenderla con te e con quanti lo desiderano con l'intenzione di accendere la pace.

matoskah ha detto...

Valy, io penso che sia venuto fuori dal tuo commento uno spunto di riflessione molto importante!
Al mondo esistono i dipendenti dall'alcool, ad esempio, ma se noi ci fermassimo a pensare a quanto può "fare buon sangue" un bel bicchiere di vino rosso, bevuto con moderazione, a quanto possa unire le persone intorno ad un tavolo ecco che possiamo tornare alla tua domanda: può esistere il vizio se vesti di consapevolezza i tuoi gesti?
E se estendissimo questo concetto ad altre esperienze di vita quotidiana?
Io penso che se solo si pensasse un po' più consapevolmente tante cose potrebbero cambiare, e in meglio!
Mitakuye Oyasin